La svolta per un futuro sostenibile – Materiali Bio-based vs compostabili biodegradabili

Materiali, Packaging

La questione ambientale è ormai una strategia integrata nella politica aziendale di molte attività produttive: nessuno può esimersi dal fare la propria parte per ridurre l’impatto che la sua attività genera sull’ambiente. La salvaguardia dell’ecosistema e del territorio in cui operiamo è diventata una responsabilità collettiva e chi più chi meno si è sentito chiamato a confrontarsi sul tema e ad adottare nuove strategie produttive per ridurre al minimo i danni sul mondo che intende destinare alle generazioni future. Uno dei temi più controversi, che ha sollevato una questione cruciale nel mondo del packaging, è sicuramente quello della plastica, materiale derivato da combustibili fossili non rinnovabili come il petrolio o il gas naturale, che però impiega millenni a degradarsi nell’ambiente.

Quella che si è verificata è stata una vera rivoluzione, che dopo una fase di profondo sconcerto ha aperto la strada a uno straordinario rinnovamento, incentivando la ricerca e lo sviluppo di nuovi materiali green ed ecosostenibili: le plastiche degradabili e compostabili.

La cosiddetta plastica verde si sta affermando prepotentemente in tutti i settori, dalla moda, al packaging alimentare, al cartotecnico, alla grande distribuzione, che vedono affacciarsi sempre nuovi imballaggi, buste, shopper, astucci realizzati in plastiche biodegradabili, bio-based e degradabili: tutti materiali a elevate prestazioni che mantengono inalterate le proprietà fisiche dei polimeri tradizionali in termini di resistenza, elasticità e durata, rispondendo ai medesimi requisiti di protezione e conservazione dell’integrità del prodotto. Vediamo di fare luce e di capire meglio cosa si nasconde dietro a definizioni che per chi non è un esperto materia possono apparire vaghe, perché plastica biodegradabile e compostabile non è sinonimo di plastica degradabile.

Packaging ecosostenibile. Compostabile e biodegradabile.

Differenza tra compostabile biodegradabile e degradabile

Bioplastica è una definizione generica in cui rientrano diversi tipi di polimeri derivati in percentuali variabili da fonti rinnovabili di biomassa o da altre materie plastiche. Quelli prodotti da biomassa si suddividono sostanzialmente in Compostabili Biodegradabili, che si degradano naturalmente nell’ambiente fino a ridursi in compost, e Bio-based (a base di biomassa), che in base alla loro composizione possono essere biodegradabili e compostabili oppure soltanto riciclabili.

Esiste anche una terza categoria in cui rientrano le plastiche Degradabili, costituite cioè da polimeri plastici tradizionali come PE o PP e da speciali additivi che ne accelerano il processo di degradazione riducendo i tempi di scomposizione.

Noi di Legoplast impieghiamo per esempio alcuni tipi di questi materiali: plastiche degradabili PP-ECO e PE-ECO plastiche compostabili con bio-based. Vediamole nel dettaglio.

PP-ECO e PE-ECO, polipropilene e polietilene degradabili

Sono materiali degradabili costituiti da miscele di polipropilene o polietilene e sostanze che attivano il processo di degradazione esclusivamente in ambienti microbici attivi e sono perciò adatti allo stoccaggio in magazzini, uffici e negozi. Una volta smaltiti, i microoganismi decompositori attirati dal materiale plastico, lo colonizzano e secernono gli acidi che rompono la catena di polimeri, utilizzando come fonte di energia il carbonio presente all’interno della catena stessa e via via lo riducono in parti sempre più piccole e facili da scomporre. Nell’ultima fase della degradazione, gli acetati vengono trasformati in metano e diossido di carbonio, e l’idrogeno esaurito finché non rimane soltanto l’humus, elemento altamente nutritivo crea e migliora l’ambiente per i microbi e intensifica la decomposizione finale.

COMPOSTABILI CON BIO-BASED

Tutti i nostri materiali compostabili sono conformi alla norma UNI EN 13432 che stabilisce i requisiti europei per poterli identificare. Per essere considerati compostabili e biodegradabili devono soddisfare precisi standard in base alla velocità del processo di compostaggio determinati da alcuni parametri come temperatura, umidità, presenza di ossigeno, quantità e tipo di materiale compostabile. Secondo tale norma, un materiale per definirsi “compostabile”, deve possedere le seguenti caratteristiche: degradarsi almeno del 90% in 6 mesi se sottoposto ad un ambiente ricco di anidride carbonica; a contatto con materiali organici per un periodo di 3 mesi, la sua massa deve essere costituita almeno per il 90% da frammenti di dimensioni inferiori a 2 mm; non deve avere effetti negativi sul processo di compostaggio; deve contenere una bassa concentrazione dei metalli pesanti additivati; possedere valori di pH, contenuto salino, concentrazione di solidi volatili, azoto, fosforo, magnesio e potassio entro i limiti stabiliti.